Una delle ultime ad arrivare, qualche giorno fa con un volo speciale atterrato a Malpensa, è stata la mitica Gilda: nata nel 1955 nello stabilimento torinese della Ghia, deve il nome a Rita Hayworth, a cui il suo progettista, Giovanni Savonuzzi, la volle dedicare. La Gilda è solo una delle cinquataquattro auto, tutti pezzi unici, in mostra sotto la Mole da oggi fino al 23 novembre nell'ambito di un'esposizione che il cartellone di Torino world design capital ha voluto riservare alle dream car firmate dai grandi carrozzieri piemontesi dal dopoguerra a oggi.
Più che una semplice mostra, l'allestimento realizzato sotto la grande volta di Torino esposizioni sembra una sorta di rendez vous – nel luogo che per quarant'anni ha ospitato il salone dell'auto – dei modelli più belli e provocanti che hanno segnato mezzo secolo di storia delle quattro ruote. Una vera e propria parata di stelle, emozionante per gli esperti del settore e sorprendente per i semplici appassionati: sì, perché non capita tutti i giorni di ritrovare gomito a gomito la berlinetta Fiat V8 (realizzata nel 1954 con carrozzeria in fiberglass su disegno di Fabio Rapi), la Fiat 850 Vanessa di Giugiaro (del 1966, è la prima auto a misura di donna che consente tra l'altro l'introduzione di una culla), la Modulo di Pininfarina, la Carabo di Bertone, la Manta ancora di Giugiaro. La rassegna di icone si chiude con le ultime proposte lanciate a marzo al Salone di Ginevra: Sintesi di Pininfarina, Quaranta di Giugiaro e Hidra di Fioravanti.
Una passeggiata tra le auto diventa un modo per ripercorrere cinquant'anni di storia italiana attraverso la lente di chi per professione cercava di anticipare i gusti, di dettare le tendenze e, appunto, di dare forma al sogno. Non è un caso che il viaggio inizi solo con il dopoguerra, quando sotto la Mole si costruivano auto da più di cinquant'anni: «Appena uscita dalle ferite della guerra – spiega il curatore della mostra Giuliano Molineri, per vent'anni direttore generale di Giugiaro Italdesign – è in quel momento che l'industria italiana dell'auto si impegna a perseguire l'obiettivo fordista della macchina per tutti ma al tempo stesso resta fortemente attratta dal fascino del modello fuori serie, del dream car come segno esplicito di ottimismo, come visione anticipatrice di un futuro luccicante, concessione a volte ingenua alla provocazione e all'evasione».
Una caratteristica che ancora oggi fa parte del dna dei car maker italiani. «In Piemonte ricorda il presidente della Camera di commercio di Torino, Alessandro Barberis – ancora oggi sono più di 100mila gli addetti che lavorano intorno all'auto: siamo una capitale, grande e storica, dell'automobile, del design e dello stile italiano. Non poteva esserci, dunque, sede migliore di Torino per raccontare il sogno dell'auto». E il sogno continua: «Il car design assicura l'assessore regionale all'Industria, Andrea Bairati rimane uno degli asset strategici per lo sviluppo del nostro territorio. Che grazie al Politecnico e agli Istituti di design continua a rappresentare un serbatoio di giovani talenti per le aziende».
Realizzata con il sostegno della Camera di commercio di Torino e in collaborazione con il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino (attualmente chiuso per restauri, riaprirà nel 2009 con un nuovo allestimento firmato da François Confino), costituisce l'ultima parte di una Trilogia dedicata al mondo dell'auto nell'anno Torino 2008 World Design Capital. Il comitato organizzatore di Twdc ha deciso di dedicare la mostra alla memoria di Andrea Pininfarina.
Informazioni, prezzi e orari su www.torinoworlddesigncapital.it.